GIORNO 8: SECONDO "DITO" DEL PELOPONNESO
Dopo aver lasciato con le lacrime agli occhi l’incantevole
Elafonissi, partiamo per Mistrà, che
dista poco più di 100 km, ma visti i tempi di percorrenza di queste strade per arrivarci
impieghiamo oltre due ore. Verso mezzogiorno raggiungiamo il minuscolo paesino,
alle cui spalle, inerpicata sul monte, sorge l’antica città fortificata del
1200. Il sito è patrimonio Unesco, ci sono strade e costruzioni in pietra, alcune
chiese piene di affreschi (bisognosi di restauro) e palazzi diroccati. La
visita è bella, ma faticosa a causa del caldo e sul posto non c’è un bar e
nemmeno un furgoncino che venda bevande fresche. Per fortuna ormai abbiamo
sempre con noi l’acqua perché abbiamo capito che qui, anche nei luoghi
turistici per eccellenza, spesso non si trova niente (è già molto se ci sono le
indicazioni).
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Mystras |
Lasciamo il sito e ci fermiamo a mangiare un boccone nel
paese di Mistrà, che offre giusto un paio di bar, poi verso le 14 ripartiamo
verso sud in direzione della seconda lunga penisola del Peloponneso: il Mani. Tutte le guide turistiche dicono
che il paesaggio qui è caratterizzato dalle tipiche case a torre in pietra, ed
è proprio così: oltre al consueto panorama composto da montagne brulle solcate
da muretti a secco, coste frastagliate e mare mozzafiato, si vedono tantissime
di queste torrette, alcune vecchie e diroccate ma molte altre ricostruite in
stile e abitate. Il posto è affascinante e poco affollato di turisti. In uno
dei piccoli paesetti affacciati sul mare ci fermiamo per una sosta e un tuffo
in acqua.
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Il Mani |
Dopo aver percorso la penisola lungo il lato est raggiungiamo
il paesino di Kipárissos, in cui
abbiamo prenotato l’hotel, che è già sera. L’albergo Porto Mani Suites è
decisamente bello, sul mare, con le camere distribuite in tante casette a torre
con belle terrazze. Il proprietario anche qui è molto cordiale, si ferma
volentieri a parlare con noi. La cena è nella media, la colazione in compenso
molto ricca. L’unico difetto per noi è stato nella difficoltà di trovare il
posto, anche col navigatore alla fine abbiamo dovuto fermarci e chiedere.
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Case a torre |
A
questo proposito bisogna dire che in generale abbiamo trovato molta disponibilità
da parte dei greci ad aiutare i turisti: quasi tutti parlano inglese o almeno
lo capiscono, alcuni sanno qualche parola di italiano, tutti generalmente cercano
di aiutarti. Corredare l’inglese di qualche “parakalò” (=per favore) o “efharistò”
(=grazie) quando si chiedono informazioni sicuramente aiuta a rendersi ben
accetti. Un’altra cosa utile sarebbe controllare giorno per giorno, con la
wi-fi che c’è in tutti gli hotel, dov’è esattamente l’albergo successivo in cui
si intende andare, perché sembrerà banale ma in Grecia molti di questi minuscoli
paesini si chiamano nello stesso modo (ci saranno tremila Agios Nikolaos, per
dirne uno) e il navigatore qualche volta non sa neanche lui dove mandarti!
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