domenica 14 dicembre 2014

GIORNO 5: PRIMO "DITO" DEL PEOLPONNESO

Dopo una colazione pazzesca fornita dall’hotel Kastello, con una quantità e varietà di cibo dolce e salato che sarebbe bastata per otto persone, lasciamo Nauplia per esplorare il tratto costiero orientale del primo “dito” del Peloponneso e raggiungere nel pomeriggio il paese di Monemvassia. Da queste parti non ci sono siti archeologici da visitare, ma la natura è uno spettacolo più che sufficiente. Allontanandosi da Nauplia il paesaggio inizialmente è montuoso e roccioso, con la costa che è un susseguirsi di promontori e isolette. La strada corre proprio sul mare e non consente grandi velocità di percorrenza: si va piano e si guardano queste acque limpide, la montagna con i muretti a secco, gli innumerevoli ulivi, le capre a bordo strada. Ci fermiamo spesso a sgranchirci le gambe e scattare foto. Anche se siamo ai primi di agosto non incontriamo molti turisti lungo il tragitto.
Fa veramente caldo e anche con l’aria condizionata l’auto è un forno, per cui verso le 13 fermiamo la macchina a bordo strada in un posto qualunque, tanto il mare è bello dappertutto, e ci tuffiamo in acqua per riprenderci un attimo. 
Anche per questi brevi bagni ci portiamo sempre maschera e boccaglio: non saranno le Maldive ma in mezzo agli scogli c’è sempre qualcosa da vedere e poi, soprattutto, i ricci di mare sono ovunque, per cui quando si risale è meglio controllare molto bene dove si mettono i piedi!!


Proseguendo, la strada si inoltra per un lungo tratto all’interno, tra le montagne, e poi ridiscende di nuovo sul mare nei pressi di Monemvassia, dove arriviamo verso le 16. Questa città fortificata merita decisamente una visita e, se possibile, anche di passarci una notte perché è un’esperienza splendida. Mi riferisco alla parte vecchia della città, che si trova arroccata sull’isola di fronte alla zona nuova. A quest’isola si accede tramite un ponte e arrivati alle mura, che circondano completamente la città vecchia, si deve lasciare l’auto in quanto all’interno si circola solo a piedi. Se alloggiate in albergo lasciate il bagaglio pesante in auto, dopo il check-in il personale dell’albergo si occuperà di portarvi le valigie.
L’interno del borgo è un labirinto di strade tortuose, con salite e discese e scale, tutto completamente lastricato in pietra. Anche le case sono in pietra. Ogni tanto ci si imbatte in una piazzetta con una chiesa. Sui muri delle case si arrampicano fichi e piante fiorite. Sembra di stare in un’altra epoca! Tutto è antico ma molto ben tenuto, l’atmosfera da borgo medievale è stata preservata nonostante in realtà il paese sia un posto turistico al 100%: infatti camminando per le strade si scopre che è tutto un susseguirsi di botteghe, alberghi, locali e ristoranti. Molti ristoranti e bar hanno belle terrazze sul tetto da cui si gode uno splendido panorama sia del mare sia della città alta, dove si trova la parte ancora più antica del paese. Non sappiamo se in altri momenti sia molto affollata e perda parte del suo fascino, noi l’abbiamo trovata deliziosa e molto tranquilla visitandola verso le 17 e poi l’indomani mattina presto.
Qui alloggiamo all’hotel Kellià dove ci troviamo bene, i proprietari sono cordiali, scambiano volentieri due chiacchiere e ci danno suggerimenti su cosa vedere. E nel frigorifero della camera, oltre ad una bottiglia d’acqua fresca (che abbiamo ricevuto sempre, in tutti gli hotel in Peloponneso), ci fanno trovare anche una bottiglia di vino locale offerta da loro.
Monemvassia
Dopo la visita del borgo, attraverso la ‘porta del mare’ che si trova lungo le mura a pochi passi dal nostro albergo, scendiamo sulla scogliera per fare il bagno. C’è uno spazio non molto ampio ma attrezzato con doccia e scaletta per accedere al mare. È affascinante fare il bagno ai piedi delle mura della città, ma la cosa veramente eccezionale la vediamo quando indossiamo le maschere e mettiamo la testa sott’acqua e scopriamo che una grossa tartaruga caretta sta nuotando proprio vicino a noi! Non è spaventata, anzi passa proprio in mezzo a noi due, lenta e noncurante, con quel suo movimento tipico come se volasse. Non ci saremmo mai aspettati un incontro così ravvicinato e poi con un esemplare tanto grande, davvero emozionante!  
Alla sera ceniamo in un ristorante del paese, di nuovo attorniati dai gatti, e dopo cena saliamo sulla terrazza di un locale per godere del cielo stellato, che a Monemvassia è un vero Cielo Stellato con tanto di via lattea ben visibile. Nulla a che vedere con quello a cui siamo abituati! Ordiniamo un bicchiere di ouzo, il liquore tipico greco al sapore di anice, e non essendo pratici lo beviamo dapprima senza metterci il ghiaccio (che pure ci avevano portato), restando a bocca aperta. Il nostro albergatore riderà di noi poco dopo, quando glielo racconteremo, e ci dirà che l’ouzo va bevuto sempre con il ghiaccio perché è molto forte.
Facciamo una passeggiata nel borgo prima di rientrare in camera. Non c’è in giro praticamente nessuno e, tra il buio, il silenzio e questo cielo nero e stracarico di stelle, restiamo veramente affascinati.

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