domenica 14 dicembre 2014

IN PARTENZA PER LA GRECIA!

Quello che segue è il resoconto della nostra vacanza in Grecia del Luglio 2013, un indimenticabile viaggio on the road di due settimane e circa 2000 km attraverso Atene, il Peloponneso e la Grecia continentale.
Elafonissos
Mystras
Nauplia
Tempio di Poseidone
Per organizzare le tappe del nostro itinerario ci siamo affidati in larga parte, oltre che alle guide tradizionali, ai resoconti pubblicati su internet dai viaggiatori. Per noi sono stati utilissimi per avere tante informazioni in più e un punto di vista più diretto sui posti da visitare! 
Su questo blog vogliamo mettere a disposizione anche la nostra esperienza e speriamo di essere d'aiuto a nostra volta a chi sta programmando le sue vacanze in Grecia. Sarà sicuramente un viaggio di grande soddisfazione!

Prima di tutto, per organizzare il viaggio abbiamo acquistato i voli per Atene onlinecercando la tariffa migliore sul motore di ricerca skyscanner.it. Poi abbiamo prenotato tutti gli alberghi tramite booking.com e trovato un’auto a noleggio a prezzo ridotto su autoeurope.it. Con tutti e tre questi siti avevamo già avuto ottime esperienze in passato e per quanto mi riguarda sono stra-consigliati.
E adesso via con le tappe!

GIORNO 1: ARRIVO AD ATENE

Arriviamo ad Atene il 21 luglio con un volo Aegean Airlines da Milano e con la metropolitana raggiungiamo rapidamente il centro città. 
Il nostro albergo è il Park Hotel Athens, un 4* molto accogliente a poca distanza dalla fermata Viktoria. Sul tetto c’è una terrazza panoramica con piscina e in camera c’è il wi-fi gratuito. Proprio accanto all’albergo c’è un bar, praticamente sempre aperto, in cui si può fare colazione senza spendere i 20 euro che chiedono in hotel.
Il primo impatto con il panorama di Atene osservato dal tetto dell’albergo è terrificante: un fitto ammasso di edifici bianchi, alti e disordinati, a perdita d’occhio, con pochissimi spazi verdi. Certo però che l’acropoli con il Partenone che domina dall’alto la città la riscatta in gran parte.
Arrivati in hotel alle 17, decidiamo di girare un po’ senza meta per iniziare a conoscere la città. Scendiamo dalla metro in centro a Monastiraki e visitiamo la piazza. In zona c’è un vivace mercato (molto turistico) ma purtroppo a quest’ora della domenica pomeriggio è tutto chiuso. Camminiamo verso la zona dell’Agorà Romana, poi lungo la via Adrianou fino all’arco di Adriano e al tempio di Zeus Olimpio. Anche se molte attività, essendo domenica, sono chiuse e le strade sono semivuote, la luce del tramonto sui monumenti e l’acropoli sempre visibile sopra di noi sono veramente suggestive. Quando inizia a fare buio ritorniamo verso la Plaka e le strade iniziano a riempirsi. Cercando un posto per cenare arriviamo in Platia Agoras, completamente occupata dai tavoli dei ristoranti che si affacciano tutto intorno. Scegliamo “Terina” con cucina tradizionale, mangiamo un’insalata greca e un piatto di carne (gyros) servita con la pita. Menu turistico che più turistico non si può, ma tutto buono e prezzo onesto.

GIORNO 2: VISITA DI ATENE

Per prima cosa vogliamo visitare l’Acropoli, perciò partiamo presto per evitare la canicola. Dopo avere preso la metropolitana c’è da percorrere ancora un tratto di strada (Dionysiou Areopagitou) che passa davanti al nuovo Museo dell’Acropoli, al teatro di Dioniso e poi a quello Erode Attico. Infine si raggiungono i Propilei dove si trova l’ingresso all’acropoli. Il biglietto costa 12 € e comprende anche l’ingresso ad altri monumenti. Tra visita, fotografie e osservazione del panorama restiamo all’acropoli circa 1 ora e mezzo e ci piace molto. Per non rimanere delusi però è meglio essere preparati: i monumenti sono tutti transennati, in molti templi ci sono gru e ponteggi per i lavori di manutenzione e delle meraviglie di un tempo oggi resta in piedi ben poco. Per godere a pieno dell’acropoli credo sia necessario documentarsi un minimo su quello che si sta per vedere ed essere un poco motivati, diversamente tra queste rovine si corre il rischio di non scorgere nient’altro che il classico “mucchio di pietre”.
Acropoli
Dall’acropoli in compenso si gode un panorama eccezionale di tutta Atene fino al mare. Se ci si riesce a organizzare con gli orari, penso sia molto bello visitarla di sera, quando fa meno caldo e la vista dei monumenti e della città con la luce del tramonto è molto suggestiva.
Tornando il direzione del centro visitiamo il teatro di Dioniso e poi andiamo verso la Plaka passando per il monumento a Lisicrate e perdendoci un po’ tra le viuzze, i negozi e il quartiere di Anafiotika. Decidiamo di mangiare qualcosa lungo la via Adrianou, dove si trova l’ingresso alla Stoà di Attalo, e poi andare a visitarla, ma una volta arrivati scopriamo insieme ad altri turisti increduli che i cancelli dell’antica agorà stanno chiudendo (alle 15) e non riapriranno fino a domani. A questo punto pranziamo (la via Adrianou è strapiena di ristoranti così come tutta la zona intorno a Monastiraki) con un tzatziki e un suvlaki accompagnati da patatine e dalla pita. Il tzatziki è una salsa a base di yogurt greco con cetrioli, olio d’oliva e tanto aglio, di sapore molto fresco. Il suvlaki è un piatto di carne, mentre la pita è il pane tipico di qui, che in genere viene servito caldo e accompagna un po’ tutto dalla carne al tzatziki. Il diffusissimo pita gyros, invece, è una sorta di kebab, tipo una piadina con dentro carne, cipolla, pomodoro e simili che si mangia in mano. Spendiamo in tutto 15 € seduti al tavolo.
Dopo mangiato ci incamminiamo verso Plateia Sintagma e il parlamento di Atene percorrendo tutta la via Ermou. E’ una strada molto frequentata, vicino al centro ci sono delle piccole pasticcerie favolose, poi proseguendo verso Plateia Sintagma si vedono quasi solo negozi di abbigliamento di marchi internazionali.
Arriviamo al parlamento in modo del tutto casuale proprio mentre sta iniziando il cambio della guardia, (sono circa le 15:45). Davvero non convenzionale, da vedere: le guardie indossano ridicole gonnelle, calzamaglia bianca e scarpe con pon pon e i loro movimenti assomigliano ad una danza. 
La prossima tappa è la zona olimpica, che è piuttosto fuori mano. Prendiamo la metropolitana da Plateia Syntagma, linea verde in direzione Kefissià. Questa visita purtroppo sarà una totale delusione! Non si paga nulla se non il biglietto della metropolitana per arrivarci, ma si può dire che la vista di questo posto deserto e già abbandonato a se stesso, nonostante sia stato costruito praticamente l’altro ieri (in occasione di Atene 2004), non vale neanche quello! Tutte queste eccezionali architetture, per quanto belle in sé, navigano in un’immensa area vuota e suscitano un’atmosfera più di desolazione che di modernità. Tutto trasmette un senso di abbandono, dalle enormi fontane spente e senz’acqua, all’assenza di gente (in tutto incontriamo solo altri tre turisti), alla mancanza di un’ombra in questo caldo soffocante, alla mancanza anche solo di un bar aperto! Senz’altro in occasione di eventi capaci di riempire questo enorme spazio vuoto la sensazione sarebbe diversa e forse di sera, col fascino delle luci e senza la calura spaventosa, tutto apparirebbe un po’ più bello, ma in queste condizioni, veramente, non ci troviamo niente di eccezionale!

OAKA (Centro Atletico Olimpico di Atene) 
Completamente spompati per il caldo e la delusione, rientriamo in albergo alle 18 per una doccia e un bagno veloce nella piscina sul tetto dell’hotel, poi torniamo in centro per cenare. In uno dei tanti ristoranti con i tavolini in strada sulla via Mitropoleos, zona Monastiraki, mangiamo una greek salad e una moussaka (conto 15,50 €). La mussaka è un piatto tipico greco, simile alla parmigiana di melanzane, cotta in forno con ragù e besciamella. Il centro di sera è bello e vivace, la temperatura finalmente diventa accettabile e passeggiare tra i locali con la vista dell’acropoli illuminata che domina dall’alto è davvero piacevole.

GIORNO 3: MUSEO ARCHEOLOGICO DI ATENE E TEMPIO DI POSEIDONE A CAPO SUNIO

Oggi la prima tappa è il museo archeologico nazionale di Atene, che raggiungiamo a piedi essendo nei pressi del nostro albergo. Molto interessante e non eccessivamente grande, noi ci restiamo per circa 1 ora e mezzo. L’ingresso costa 7 €. Visitare questo museo è come camminare tra le pagine dei libri di storia dell’arte di quando eravamo alle medie: si possono vedere la famosissima maschera d’oro di Agamennone, la statua del fantino di Artemissio, vari bronzi di epoca classica, statue dei kouros, vasi dipinti e molto altro. Anche se non si è particolarmente esperti del genere, vedere dal vero questi oggetti così antichi e famosi ha il suo fascino.
Museo Archeologico Nazionale
Usciti dal museo andiamo a ritirare l’auto a noleggio (già prenotata dall’Italia) e partiamo per visitare la regione costiera a sud-est di Atene, programmando di essere per l’ora del tramonto al Tempio di Poseidone di capo Sunio
Se pensate di girare la Grecia in auto è vivamente consigliato un navigatore! Le autostrade sono pochissime, in genere si viaggia attraversando un paesino dietro l’altro e sperare di trovare le indicazioni stradali ad ogni incrocio è una battaglia persa (oltre al fatto che, logicamente, sono scritte in greco!). Anche le attrazioni turistiche non sempre sono segnalate. 
Lasciata la vasta periferia di Atene, percorriamo il più possibile il tratto costiero (da Atene direzione Glifada e poi Lagonissi) verso capo Sunio. Il paesaggio è brullo, con una costa montuosa frastagliata e ricca di promontori e un susseguirsi di paesini e spiagge. In una di queste facciamo una sosta di un paio d’ore per mangiare e fare il bagno, poi verso le 18:30 ripartiamo in direzione del famoso tempio di Poseidone.
Il tempio è bellissimo, ubicato in posizione panoramica sul promontorio, ed è visibile già qualche chilometro prima di raggiungere il relativo bivio sulla strada principale (il che è un bene perché in corrispondenza del bivio non c’è nessun cartello che lo segnali). Visto che per il tramonto manca ancora un po’ di tempo, ceniamo al bar-ristorante che c’è all’ingresso del sito archeologico, il quale pur essendo il solo presente in loco non ha prezzi ricaricati. Mangiamo un tzatziki strapieno di aglio e un dakos, ovvero una specie di bruschetta con sopra pomodori, origano, olio d’oliva e feta.
Il posto è decisamente bello e molto tranquillo, merita al 100%: il tempio è in gran parte in piedi e lo si può vedere bene da vicino, c’è gente ma non una ressa e il panorama è splendido. E il tramonto da cartolina. Terminata la visita rientriamo rapidamente in città attraverso una superstrada, che corre al centro del promontorio e va diritta fino ad Atene.
Capo Sunio


GIORNO 4: CORINTO, MICENE ED EPIDAURO

Oggi lasciamo Atene e partiamo in auto per il nostro itinerario attraverso il Peloponneso. In sintesi le tappe saranno:
  - Atene-Corinto-Micene-Epidauro-Nauplia;
  - Nauplia-Monemvassia;
  - Monemvassia-Elafonissi (sosta di 2 notti a Elafonissi);
  - Elafonissi-penisola del Mani;
  - Golfo di Messenia-Koroni;
  - Koroni-Olympia-Patrasso-Galaxidi;
  - Galaxidi-Delfi-Termopili-Meteore (sosta di 2 notti alle Meteore);
  - Meteore-Atene.
In circa 1 ora e mezzo, con calma e con una sosta colazione, arriviamo a Corinto per vedere il famoso stretto. Basta seguire le indicazioni per Corinto, la strada passa proprio sopra al ponte metallico che lo attraversa. È davvero “stretto”, con altissime pareti a picco tagliate diritte nella roccia. Restiamo per un po’ a guardare dall’alto le barche che lo attraversano, poi tornando alla macchina veniamo quasi fisicamente obbligati dal gestore del bar nel cui piazzale (vuoto) avevamo parcheggiato ad entrare e fare una consumazione nel suo locale: episodio sgradevole, come il caffè che alla fine prendiamo che è una sbobba e per il quale ci chiedono pure 3 euro.
Corinto
Alle 12 raggiungiamo Micene. Con un unico biglietto si possono visitare l’antica acropoli della città, il relativo museo e il cosiddetto Tesoro di Atreo, che sarebbe sostanzialmente un sepolcro. Dell’acropoli quello che si può vedere oggi sono perlopiù rovine, fondamenta e qualche tratto delle mura, tuttavia camminare per le sue strade o passare sotto la Porta dei Leoni e pensare che quelle costruzioni erano lì già mille e duecento anni prima di Cristo ha un indiscutibile fascino. È consigliabile fare tappa al museo prima di visitare le rovine della città, sia perché all’interno c’è l’aria condizionata, il che consente di riprendersi dal caldo del viaggio in auto, sia perché l’esposizione consente di capire meglio quello che si vedrà poi nel sito. Nella parte alta dell’acropoli c’è un pozzo sotterraneo a cui si può ancora accedere: è totalmente al buio ma scendere per quelle scale così antiche è un’esperienza da provare. Terminata la visita alla collina dell’acropoli andiamo a vedere il tesoro di Atreo, cosa che si rivela molto veloce perché di fatto non c’è quasi nulla da vedere: attraverso un imponente ingresso si entra in una grande camera circolare voltata, ma l’interno è completamente spoglio e dei preziosi decori di un tempo non rimane nulla. Ci vuole molta immaginazione per apprezzare questa visita, di certo però non lasciano indifferenti le misure eccezionali della costruzione e la sua architettura, oltre al fatto di essere di fronte ad un manufatto che l’uomo ha costruito oltre 3000 anni fa.
La Porta dei Leoni a Micene
Lasciamo Micene e ripartiamo per Epidauro. L’auto è rovente, anche con l’aria condizionata fa davvero caldo. Verso le 14 ci fermiamo in un paesino qualunque tra i monti lungo la strada, dove troviamo una taverna alla buona e ci mangiamo una pita gyros ripiena di ottima carne. Arriviamo a Epidauro verso le 15, consapevoli che non esiste orario peggiore per visitare delle rovine, ma tant’è. Il sito è molto grande, il teatro è davvero bello e oltre a quello c’è molto altro da vedere. A parte il teatro che è ancora in piedi e tuttora utilizzato, anche qui si trovano perlopiù rovine, resti di muri e qualche colonna per cui vale sempre il consiglio di munirsi di una buona guida per capirci qualcosa. Qualche informazione la si trova anche sui cartelli esplicativi che ci sono sparsi per il sito.
Teatro di Epidauro
Ripartiamo e ci dirigiamo a Nauplia dove arriviamo verso le 18:30. Si tratta di una cittadina molto turistica che sorge su un promontorio roccioso. Su un lato si affaccia il paese con il porto, con un centro piccolo ma affollato che offre vari negozietti, ristoranti, gelaterie ecc. L’accesso al mare dal paese non è gran che perché appunto c’è il porto. Sull’altro lato del monte dovrebbero esserci delle spiagge o una scogliera che però non abbiamo visto. Su un isolotto di fronte al porto c’è un’antica fortezza veneziana, mentre alle spalle del paese, sulla montagna, c’è la fortezza di Palamidi che domina il centro abitato dall’alto e che dicono offra una bella vista, anche se per arrivarci c’è una scalinata piuttosto impegnativa (noi al nostro arrivo la troviamo già chiusa).
Lungomare di Nauplia
A Nauplia alloggiamo all’hotel Kastello, che personalmente consiglio tantissimo perché non è il solito albergo: le camere sono grandi, pulite ma soprattutto molto originali nell’arredamento, inoltre la posizione è comoda, proprio all’inizio dell’area pedonale del centro, e la colazione è buona e stra-abbondante. Il proprietario poi è molto disponibile, io ad esempio ho avuto un problema con il cellulare che sembrava morto e lui senza batter ciglio mi ha messo subito a disposizione il suo pc personale per tutto il tempo che è servito per cercare su internet una soluzione al problema e resettare lo smartphone.
Il lettone gigantesco dell'Hotel Kastello
Facciamo in tempo a fare un bel bagno in mare con il sole che tramonta alle spalle della fortezza veneziana, poi dopo una doccia in hotel andiamo a cena. Il centro di Nauplia di sera è molto frequentato, ci sono diversi ristoranti a disposizione oltre a negozi e locali per intrattenersi prima o dopo cena. Noi mangiamo da Palìa Taverna che fa buoni piatti di pesce e prendiamo una abbondante grigliata con calamari, scampi, gamberoni e polpo alla brace, accompagnata da vino locale. Spendiamo in tutto sui 30 euro. Tutta la cena è attentamente seguita dai gatti del quartiere, che si strusciano sulle gambe dei clienti per accaparrarsi un po’ di pesce (cosa che in Grecia ci succederà spesso).
Breve parentesi: secondo la nostra esperienza, e naturalmente evitando i ristoranti più sciccosi come peraltro facciamo anche in patria, in generale in Grecia si mangia bene e si spende poco. I menu esposti all’ingresso dei locali sono sempre bilingui (greco/inglese) per cui ci si può fare rapidamente un’idea dei piatti e dei prezzi. I cibi nella maggior parte dei casi sono cucinati in maniera semplice, senza l’aggiunta di particolari spezie. Un’usanza molto gradevole che abbiamo riscontrato in tutta la zona costiera del Peloponneso è quella di portare subito al tavolo, insieme al menu, una bottiglia d’acqua gelata e di servire a fine pasto qualche fetta di cocomero, in genere gratis. Tutte cose molto ben accette dato il clima caldissimo! Una cosa invece un po’ fastidiosa che abbiamo notato nelle zone turistiche è l’insistenza dei camerieri dei ristoranti nel cercare di convincerti a sedere ai loro tavoli in tutti i modi: ci manca poco che ti trascinino letteralmente sulla sedia! All’inizio è anche simpatico ma a volte avremmo preferito poter prima leggere con calma il menu esposto fuori.
Nella zona di Nauplia le guide menzionano altre città e siti archeologici da visitare come per esempio Tirinto e Argo. Noi, non avendo il tempo di vedere tutto, abbiamo scelto di visitare solo Epidauro e Micene.

GIORNO 5: PRIMO "DITO" DEL PEOLPONNESO

Dopo una colazione pazzesca fornita dall’hotel Kastello, con una quantità e varietà di cibo dolce e salato che sarebbe bastata per otto persone, lasciamo Nauplia per esplorare il tratto costiero orientale del primo “dito” del Peloponneso e raggiungere nel pomeriggio il paese di Monemvassia. Da queste parti non ci sono siti archeologici da visitare, ma la natura è uno spettacolo più che sufficiente. Allontanandosi da Nauplia il paesaggio inizialmente è montuoso e roccioso, con la costa che è un susseguirsi di promontori e isolette. La strada corre proprio sul mare e non consente grandi velocità di percorrenza: si va piano e si guardano queste acque limpide, la montagna con i muretti a secco, gli innumerevoli ulivi, le capre a bordo strada. Ci fermiamo spesso a sgranchirci le gambe e scattare foto. Anche se siamo ai primi di agosto non incontriamo molti turisti lungo il tragitto.
Fa veramente caldo e anche con l’aria condizionata l’auto è un forno, per cui verso le 13 fermiamo la macchina a bordo strada in un posto qualunque, tanto il mare è bello dappertutto, e ci tuffiamo in acqua per riprenderci un attimo. 
Anche per questi brevi bagni ci portiamo sempre maschera e boccaglio: non saranno le Maldive ma in mezzo agli scogli c’è sempre qualcosa da vedere e poi, soprattutto, i ricci di mare sono ovunque, per cui quando si risale è meglio controllare molto bene dove si mettono i piedi!!


Proseguendo, la strada si inoltra per un lungo tratto all’interno, tra le montagne, e poi ridiscende di nuovo sul mare nei pressi di Monemvassia, dove arriviamo verso le 16. Questa città fortificata merita decisamente una visita e, se possibile, anche di passarci una notte perché è un’esperienza splendida. Mi riferisco alla parte vecchia della città, che si trova arroccata sull’isola di fronte alla zona nuova. A quest’isola si accede tramite un ponte e arrivati alle mura, che circondano completamente la città vecchia, si deve lasciare l’auto in quanto all’interno si circola solo a piedi. Se alloggiate in albergo lasciate il bagaglio pesante in auto, dopo il check-in il personale dell’albergo si occuperà di portarvi le valigie.
L’interno del borgo è un labirinto di strade tortuose, con salite e discese e scale, tutto completamente lastricato in pietra. Anche le case sono in pietra. Ogni tanto ci si imbatte in una piazzetta con una chiesa. Sui muri delle case si arrampicano fichi e piante fiorite. Sembra di stare in un’altra epoca! Tutto è antico ma molto ben tenuto, l’atmosfera da borgo medievale è stata preservata nonostante in realtà il paese sia un posto turistico al 100%: infatti camminando per le strade si scopre che è tutto un susseguirsi di botteghe, alberghi, locali e ristoranti. Molti ristoranti e bar hanno belle terrazze sul tetto da cui si gode uno splendido panorama sia del mare sia della città alta, dove si trova la parte ancora più antica del paese. Non sappiamo se in altri momenti sia molto affollata e perda parte del suo fascino, noi l’abbiamo trovata deliziosa e molto tranquilla visitandola verso le 17 e poi l’indomani mattina presto.
Qui alloggiamo all’hotel Kellià dove ci troviamo bene, i proprietari sono cordiali, scambiano volentieri due chiacchiere e ci danno suggerimenti su cosa vedere. E nel frigorifero della camera, oltre ad una bottiglia d’acqua fresca (che abbiamo ricevuto sempre, in tutti gli hotel in Peloponneso), ci fanno trovare anche una bottiglia di vino locale offerta da loro.
Monemvassia
Dopo la visita del borgo, attraverso la ‘porta del mare’ che si trova lungo le mura a pochi passi dal nostro albergo, scendiamo sulla scogliera per fare il bagno. C’è uno spazio non molto ampio ma attrezzato con doccia e scaletta per accedere al mare. È affascinante fare il bagno ai piedi delle mura della città, ma la cosa veramente eccezionale la vediamo quando indossiamo le maschere e mettiamo la testa sott’acqua e scopriamo che una grossa tartaruga caretta sta nuotando proprio vicino a noi! Non è spaventata, anzi passa proprio in mezzo a noi due, lenta e noncurante, con quel suo movimento tipico come se volasse. Non ci saremmo mai aspettati un incontro così ravvicinato e poi con un esemplare tanto grande, davvero emozionante!  
Alla sera ceniamo in un ristorante del paese, di nuovo attorniati dai gatti, e dopo cena saliamo sulla terrazza di un locale per godere del cielo stellato, che a Monemvassia è un vero Cielo Stellato con tanto di via lattea ben visibile. Nulla a che vedere con quello a cui siamo abituati! Ordiniamo un bicchiere di ouzo, il liquore tipico greco al sapore di anice, e non essendo pratici lo beviamo dapprima senza metterci il ghiaccio (che pure ci avevano portato), restando a bocca aperta. Il nostro albergatore riderà di noi poco dopo, quando glielo racconteremo, e ci dirà che l’ouzo va bevuto sempre con il ghiaccio perché è molto forte.
Facciamo una passeggiata nel borgo prima di rientrare in camera. Non c’è in giro praticamente nessuno e, tra il buio, il silenzio e questo cielo nero e stracarico di stelle, restiamo veramente affascinati.

GIORNO 6: DA MONEMVASSIA AD ELAFONISSI

Oggi lasciamo Monemvassia per raggiungere Pounta e da lì imbarcarci per la paradisiaca isoletta di Elafonissi, dove resteremo due notti. Siccome la strada da fare non è molta e in hotel abbiamo trovato un dépliant su una antica foresta pietrificata che si trova in zona (ad Agia Marina), decidiamo di fare una deviazione. Andiamo oltre Neapolis e Agios Nikolaos, oltre il porticciolo di Profitis Ilias e poi per una strada sterrata fino a raggiungere una casupola che ospita un piccolo museo naturalistico. Per arrivare ci sono le indicazioni e la strada sterrata, anche se è un po’ lunga, è fattibile anche con la nostra Lancia Ypsilon a noleggio (NB: non c’è nessun bar, quindi per il mangiare e il bere bisogna venire attrezzati). Una volta arrivati,  la ragazza del piccolo museo naturalistico si offre gratuitamente di mostrarci i resti della foresta pietrificata e spiegarci molto altro sul luogo; sembra davvero interessante, solo che sono le 14:30 e noi siamo stremati dal caldo e affamati... per cui la prospettiva di una visita naturalistica in inglese, su una scogliera col sole a picco e con la pancia vuota ci suona ben poco invitante! Decidiamo di dare un'occhiata da soli rapidamente e poi tuffarci in acqua. Infatti i resti di questa foresta si trovano proprio sugli scogli ed il mare qui, tanto per cambiare, è stupendo.
Agia Marina
Nel pomeriggio torniamo indietro e raggiungiamo l’imbarco per Elafonissi a Pounta. Già dal porto si vedono il fondale di sabbia bianchissima e l’acqua colore azzurro chiaro tipici dell’isola. Il tragitto dura pochi minuti e si sbarca nel centro dell’unico paese, che si chiama appunto Elafonissi. C’è un’altra zona abitata che si chiama Kato Nisi, più che altro con alberghi e ristoranti, in corrispondenza di un’ampia baia in cui si trova anche il nostro residence, per il resto l’isola è decisamente poco abitata. Facciamo un primo tour di esplorazione in auto e poi ci fermiamo in una delle numerose spiaggette per bagno e relax fino a sera.
Elafonissi
Ad Elafonissi alloggiamo al residence Diamond Resort dove ci troviamo bene: la nostra stanza è un monolocale senza fronzoli, ma pulito e decisamente spazioso, con angolo cottura attrezzato e una bella terrazza che guarda verso il tramonto; i gestori sono cortesi, la stanza è pulita, la colazione buona e nel frigo al nostro arrivo troviamo pronte le solite bottiglie d’acqua già fredde.
Alla sera ceniamo in paese, che è piccolo ma molto vivace; sul mare è tutto un susseguirsi di ristoranti all’aperto per cui c’è l’imbarazzo della scelta. Mangiamo anche qui ottimo pesce grigliato a buon prezzo. In giro ci sono molti giovani e il paese offre anche qualche locale per chi vuole far tardi.